India – Trichi
Trichi
Mi ha accolta, la sera del mio arrivo a Trichi, un venditore di chai che preparava il suo prodotto con estrema maestria e un chioschetto di cibo dove non avevano mai visto un turista… quindi mi sono ritrovata a mangiare con gli occhi di mamma, figli e nonna che, ad ogni mio movimento, erano pronti ad accorrere per servirmi e riverirmi. Ero in imbarazzo, ho fatto capire loro che era tutto perfetto, che non avevo bisogno di nulla. Vani tentativi, i miei!
Il giorno successivo ho raggiunto dapprima il Rock Fort Temple, i cui 400 gradini scavati nella roccia mi hanno permesso di accedere a un bel panorama dell’intera città. Lungo la salita un signore mi ha regalato due bananine: avrei dovuto offrirle a mia volta, ma non l’ho capito così, dopo mille profusioni e ringraziamenti, le ho mangiate! Inutile specificare quanto abbiano riso le persone intorno a me… che hanno ben pensato di darmi altre due banane accompagnandomi, questa volta, da un elefante cui donarle. Meglio non fidarsi di una bianca un pó matta, avranno pensato!
Il caldo, giá alle 7.30 di mattina, era pesante, mi sono fermata un pó all’ombra assieme a un orologiaio che, come prima domanda, mi ha chiesto che ora fosse in Italia: deformazione professionale!
Gli autobus pubblici, qui a Trichi, sono comodissimi e frequenti. Ho raggiunto lo Sri Ranganathaswami Temple in mezzo a un traffico terrificante, zigzagando tra teli di frutta e verdura stesi ai lati della strada, tuktuk, motorini e gente a piedi. Giunta al tempio e dopo aver assaggiato due banane dolcissime dalla buccia rossa, ho trascorso qui l’intera giornata. Il tempio è splendido, peccato sia tutto in restauro e con mille impalcature perché è davvero un gioiellino! E la gente… la gente lo vive per pregare e per portare offerte, ma anche per passare qualche ora con parenti e amici seduti a mangiare tra le mille splendide colonne che caratterizzano il luogo stesso.
India 25 – Trichi