India – Jodhpur

Jodhpur

 

Sono arrivata a Jodhpur, in treno, alle 5.30 di mattina. Giunta alla Torre dell’Orologio, quando tutta la città ancora dormiva, ad accogliermi ho trovato un elefante sul quale sedeva il proprio padrone con il figlio. Le poche persone che passavano davano delle offerte al grande pachiderma che a sua volta, con la proboscide, passava indietro al proprio conduttore.
Intorno a me era tutto chiuso, a parte qualche rivendita di prodotti di bambù.
A terra tanta, tantissima spazzatura. Ovunque. Ho pensato che fosse presto e che ancora dovessero passare a pulire la città.
Illusioni.
Purtroppo, non ho mai visto raccogliere l’immondizia. Che peccato, la parte vecchia della città è davvero splendida. La chiamano la città blu e, in effetti, nel labirintico, vivacissimo e spesso trafficatissimo dedalo di stradine svettano molte case blu. Tradizionalmente il blu rappresenta il colore delle famiglie dei brahmini (la più alta casta del sistema hindu), nella pratica sembra essere semplicemente perfetto per allontanare il caldo e gli insetti.
Il forte Mehrangarh è davvero notevole: poderoso, maestoso, perfettamente integrato con il blocco roccioso sottostante in quanto realizzato con lo stesso materiale. Sembra quasi che elemento artificiale ed elemento naturale siano un continuum armonioso e in perfetto equilibrio.

 
Il mercato è caos totale: divertente, effervescente, coinvolgente e sconvolgente allo stesso tempo.
Le vie circostanti si intasano spesso di tuktuk, tra i quali passare e zigzagare a piedi non è affatto semplice. Diventa quasi una sfida: devo arrivare alla fine di una certa via, devo vincere io, a costo di rischiare un piede perché gli autorisció passano ovunque, a pochi centimetri da pedoni, bici o auto se necessario.
Le mucche, poi, sono ovunque. Ce ne sono tantissime e, se già il traffico nelle viuzze è intasato, figurarsi con una mucca piazzata al centro della strada!
I negozianti sembrano spesso organizzatissimi per affrontare il grande caldo. È troppo forte vederli accanto a grandi contenitori che non sono altro che ventilatori che sparano fuori l’aria dopo averla fatta passare attraverso delle stuoie di paglia continuamente imbevute di acqua fredda.
La città blu… una città magica, ricca di fascino. Che non si discosta dalle contraddizioni tanto forti che l’India porta con sè: basta una piccola passeggiata dalla caotica città vecchia alla razionalità e all’organizzazione della fortezza sovrastante per toccare con mano come gli opposti, anche qui, convivano senza porsi troppe domande.

 

India 11 - Jodhpur

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2 risposte

  1. Luciana Cantore ha detto:

    …hai visto il basilico sacro all’ingresso dei templi Indu? Il “tulsi”

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