India – Ritorno
Ritorno
Sono in Italia, ritorno da una terra che ancora fatico a descrivere e a delineare perfettamente.
Forse ci vorrà del tempo per riuscire a leggere il tutto in modo più razionale, con gli occhi e il cuore meno offuscati da emozioni così intense da non lasciare ancora spazio alle parole e ai discorsi coerenti.
In questo momento ho in testa solo un vocabolo. Contraddizione.
La contraddizione tra ricchezza e povertà.
La contraddizione tra città cosmopolite come Mumbai e villaggi sperduti e intrisi di natura e spiritualità.
La contraddizione tra la bontà, gentilezza e voglia di condividere del popolo indiano e la loro accettazione per uno stato spesso sotto la soglia della dignità.
La contraddizione tra i mille mezzi di trasporto e la loro spesso totale disorganizzazione o sottodimensionamento rispetto alle esigenze.
La contraddizione maggiore, peró, è probabilmente quella che mi porto dentro.
Ho imparato ad amare l’India, ma spesso è stata così faticosa da togliermi il fiato.
Mi sono perdutamente innamorata degli indiani, la loro bontà d’animo, la loro innocenza, la loro cordialità, i loro sorrisi sono indescribili, ma quando mi trovo in fila e loro spingono o quando si mettono davanti alla digitale mentre fotografo chiedendomi un selfie con loro o, ancora, quando un autista di tuktuk non capisce che un no è un no, anche se dovesse insistere per le prossime tre generazioni, mi fanno impazzire.
Ho preso centinaia di mezzi pubblici, spesso è stata dura. Prenotare un treno, sudare nel vedere waiting list infinite, chiedere mille volte la piattaforma di partenza e ricevere altrettante risposte differenti o accettare ritardi di 10 ore… anche questa è India.
Salire su un autobus e morire di terrore ad ogni sorpasso, magari in un viaggio di 15 ore… anche questa è India.
Vivere in mezzo ai rumori assordanti dei clacson o dover prestare attenzione a non essere sulla traiettoia di qualche sputo… anche questo è India.
Trovare un ostello che promette acqua calda e wifi e scoprire che mancano entrambe… anche questa è India.
Avere una costante carenza di igiene e pulizia, con animali ovunque, lenzuola mai pulite, piatti e bicchieri mai realmente lavati… anche questa è India.
Se mi sforzo mi vengono in mente mille fatiche e difficoltà. Eppure se non sto a riflettere e mi lascio semplicemente trasportare dai sentimenti… quelle stesse difficoltà mi fanno sorridere e quello che emerge davvero, in modo quasi doloroso, sono le mille emozioni che questa terra ha saputo regalarmi.
Ora vorrei solo ricominciare il viaggio. Ho già bisogno di India. Un’India che non si visita, ma si vive e, soprattutto, si porta dentro.
Ho da poco aperto la porta di casa. Ne ho subito riconosciuto il profumo, l’ambiente, il calore. Eppure mi sembra tutto così cambiato… ma, forse, sono solo io quella cambiata. Io, i miei occhi, il mio cuore.
Namaste, India.
Ma soprattutto dhanyavaad, India. Grazie.
India 46 - Ritorno
Ben ritornati a casa…grazie per aver condiviso con noi il vostro bellissimo viaggio. 🙂
Grazie a voi di essere stati con noi…