Vietnam – Sapa e Bac Ha
12 ore di bus notturno e, da Ha Noi, ho raggiunto Sapa.
Sapa è famosa, in primis, per il suo mercato. Il sabato, in particolare, le persone che abitano sulle montagne e nei villaggi circostanti giungono, con i propri abiti e acconciature tipiche, nel paese di Sapa per vendere e acquistare mercanzie di vario genere.
Colpiscono, soprattutto, i sorrisi. I colori. Le gerle di bambù sulle spalle.
Ma Sapa non è solo mercato. Il panorama circostante è un’emozione continua. Colline verdissime, fiumi, ruscelli, cascate, risaie a terrazza a perdita d’occhio. Dalle mille sfumature che, dal verde, si avvicinano al color oro.
Sotto a una cascata ho buttato, tra le acque fresche e limpidissime, dei fiori per la nonna. In quel momento stavano celebrandone il funerale in Italia.
Io, un motorino noleggiato a pochi euro e paesaggi che sembravano cartoline.
Le donne incontrate hanno sempre risposto ai miei saluti con grandi sorrisi. I bambini, talvolta nudi o comunque vestiti in modo molto semplice, giocavano con niente. Un bastoncino era già motivo di divertimento. Se penso a quello che abbiamo a casa, a quello cui i nostri bambini sono abituati e alle loro lamentele o esternazioni rispetto alla loro noia… beh, mi rattristo. Non voglio dire che sia meglio avere poco, ma credo che gli standard cui ci siamo abituati nel nostro presunto primo mondo stiano creando poca serenità, poca capacità di godere e accontentarci appieno di quel che si ha, scarsa consapevolezza della nostra fortuna.
Corriamo, lottiamo contro il secondo, non ci avanza tempo per scambiare una parola con chi ci abita di fronte o un sorriso a chi fa la fila, con noi, alla cassa del supermercato. Tutto è dato per scontato. Tutto è frenesia. E l’oggetto, spesso, fa da padrone nella vita di ciascuno di noi. I bambini che, finalmente, ricevono il nuovo gioco per la Play-station, già si rabbuiano pensando di volerne un altro. Noi adulti che corriamo frenetici per acquistare l’ultimo IPhone, poi magari ci dimentichiamo quanto valga un abbraccio e una chiacchiera di 5 minuti, che non è perdita di tempo ma arricchimento interiore.
Bac Ha è, anch’essa, famosa per il proprio mercato domenicale. Pure qui ci sono le tribù di montagna, in particolare gli h’mong a fiori e poi sempre tanti colori, sorrisi, mercanzia. Ma anche animali vivi da vendere. E bancarelle. Mi sono seduta tra loro, in mezzo ai loro occhi stupiti nel vedere una straniera pronta a mangiare come loro. Ma subito felici e pronti ad aiutarmi, consigliarmi gesticolando, offrendomi un liquore fatto con vino di riso da bere durante il pasto. Forse canterò per qualche ora perché il liquore è davvero strong, ma i loro occhi soddisfatti e incuriositi riempiono il cuore.
Vietnam 06 - Sapa e Bac ha